All’interno della Basilica di San Paterniano sono numerose le vetrate. Per ognuna si riporta la collocazione ed una breve descrizione.
La scena rappresentata ricorda il momento in cui San Francesco pregò dinanzi al Crocifisso di San Damiano (1205). Questo episodio ricorda il momento della conversione di San Francesco, dove si narra: «[…] All’improvviso l’immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto gli parla: “Francesco, va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina”. Francesco è tremante e pieno di stupore […]. Ma subito si dispose ad obbedire […]».
Fu dapprima eremita presso Fano, quindi abate di un monastero e successivamente, quando le persecuzioni cessarono e il Cristianesimo divenne religione di Stato con l’imperatore Costantino il Grande (Editto di Milano del 313 d.C.), la cittadinanza fanese reclamò Vescovo il virtuoso eremita che la voce comune considerava Santo. Governò la diocesi per 42 anni placando gli animi, istruendo e confortando.
Dall’Apocalisse si San Giovanni Apostolo (12,1)
«Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle».
In alto viene rappresentata la Vergine con il Bambino seduta sul tetto della Santa Casa, che gli angeli sorreggono e portano in volo verso Loreto. Sotto vengono rappresentati 3 Santi in contemplazione della Vergine con il bambino apparsa sulle loro teste. Partendo da sinistra San Giovanni Battista, che reca sulla mano sinistra un lungo bastone sormontato da una piccola croce, con la scritta “Ecce agnus Dei” (Ecco l’Agnello di Dio) ed è vestito con l’abito di pelli di dromedario ed il mantello rosso segno del martirio. Al centro Sant’Eligio, patrono degli orafi, dei numismatici, dei maniscalchi e dei veterinari, che indica un angelo ai suoi piedi recante doni in oro per la Vergine. A destra, Sant’Antonio Abate rappresentato come un anziano monaco dalla lunga barba bianca.
Dagli Atti degli Apostoli (2,1-4)
«Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano.
Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.»
Dal Vangelo di Matteo (17,1-8)
«Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.»