Il Chiostro ed il Campanile
Il chiostro, terminato nel 1525, è caratterizzato dalla sobria geometria degli archi sorretti da snelle colonne e dalla essenziale forma delle finestre e porte architravate. A sud-ovest del chiostro svetta imponente il cosiddetto “Campanile del Sansovino” (m. 57).
Il chiostro
Il chiostro, terminato nel 1525, è caratterizzato dalla sobria geometria degli archi sorretti da snelle colonne (eseguite da Maestro Giovanni Bosso milanese) e dalla essenziale forma delle finestre e porte architravate, di sapore ancora quattrocentesco. Il motto CVM MINERVA MOVE LINGVAM, chiara allusione alla prudenza, è inciso sopra l’architrave di una delle porte che danno accesso agli ambienti del convento.
Alla base delle colonne poste al centro di ogni lato, sono incise le iscrizioni con le date e i nomi dei relativi papi che si avvicendarono nel corso dei lavori di costruzione del complesso: 1523 Adriano VI, 1525 Clemente VII, 1546 Paolo III, 1573 Gregorio XIII.
Il sottile cornicione, poco visibile, poiché nascosto dallo spiovente del tetto, è decorato con un elegante motivo classico.
Al centro del chiostro troviamo il bel puteale opera di “Mastro Giacomo di Stefano Bambagiani”, scalpellino veneto attivo a Fano tra il 1570 e il 1601. Tale puteale, il 15 gennaio, fu trasportato, dal chiostro di San Paterniano, al centro del giardinetto di Piazzale Leopardi e ricollocato al suo posto nel 1987. Il parapetto è firmato, come già detto, da JACOBVS VENES. Fu realizzato nel 1577 come si evince dalla data che lo scalpellino veneziano vi ha inciso. Di forma ottagonale, alla base dei quattro lati minori sono inserite piccole conche a forma di valva di conchiglia, sormontate da protomi leonine.
Il campanile
A sud-ovest del chiostro svetta imponente il cosiddetto “Campanile del Sansovino”, (m. 57) copia fedele nel disegno esteriore, ma non nella struttura interna in cemento armato, del bel campanile tardo cinquecentesco. È provato che la parte terminale con il relativo cupolino fu portata a termine solo dopo il 1592.
Era il 20 agosto del 1944 quando i tedeschi, in ritirata, alle prime ore del giorno, lo fecero saltare, (unitamente a tutte le altre torri e campanili della città) con cinque bombe d’aereo poste nel pianerottolo della cella campanaria. Grazie l’interessamento dei Padri Cappuccini che dal 1922 officiano la Basilica, si ottenne la ricostruzione dal Genio Civile “come era, dove era”. Fu inaugurato il 28 ottobre 1952. La paternità del campanile si deve ascrivere al veneziano Bambagiani.