Basilica San Paterniano

L’Organo Callido

Il monumentale Organo della basilica di San Paterniano è opera di Gaetano Callido. Costruito nel 1775, n° d’opera 103, è giunto pressoché integro e funzionante sino al necessario intervento di restauro tra il 2003 ed il 2005.

Il monumentale Organo della basilica di San Paterniano è opera di Gaetano Callido. Costruito nel 1775, n° d’opera 103, è giunto pressoché integro e funzionante sino al necessario intervento di restauro della ditta Francesco Zanin di Codroipo (UD) iniziato nel giugno del 2003 e conclusosi con il concerto inaugurale del 3 luglio 2005. La straordinaria imponenza dello strumento all’interno del contesto architettonico della basilica è senz’altro dovuta alla magnificenza della cornice di cassa e cantoria compiute nel 1562, nel lato sinistro del transetto, dalla bottega di Giacomo Maffei per accogliere lo strumento – oggi non più esistente – commissionato due anni prima all’organaro piacentino Gian Giacomo Calvi. Con l’edificazione della Chiesa, i Canonici Lateranensi risolsero di dotare l’edificio di un grande organo per le proprie esigenze musicali. L’organo doveva essere ultimato “per tutto il termine di mesi nove, che sarà per tutto il mese de septembre 1560”, invece fu ultimato nel 1563, sotto la guida dell’abate Urbano da Ferrara. Di tali vicende viene data notizia nell’epigrafe commemorativa murata al di sotto dello strumento e riportata sul fregio di base del parapetto della cantoria, in cui Don Urbano da Ferrara risulta il vero animatore e promotore dell’organo: “D[OMINUS] · URBANUS · FERRARI[A]E · ABBAS · IIM · COMUN[…] NI · CANONICOR[UM] · SUOR · AERE · ORGANUM · S[ANCTI] · PATERNIANI · FANEN[SIS] · FACIEN[DUM] · CU[RAVIT] · ANNO · SALUT[I]S · M · D · LXII[…]”. Il primitivo organo doveva essere di 11 piedi e di 9 registri (il Principale – di stagno ed in facciata – , l’Ottava, la Decimaquinta, la Decimanona, la Vigesimaseconda, la Vigesimasesta, la Vigesimanona, il Flauto in ottava col principale ed il Flauto in duodecima) con tastiera di 47 tasti (probabilmente da Fa a Fa priva dei primi 2 cromatici) e somiere a vento, alimentato da quattro mantici, alloggiati forse nella stanza retrostante l’organo.

L’assenza di materiale documentario negli anni successivi alla costruzione del primo strumento, avvalora l’ipotesi che questo rimase in uso sino alla sostituzione con l’attuale – opera, come detto, di Gaetano Callido – del 1775. Anche se contrariamente alle sue abitudini, Callido collocò lo strumento all’interno della preesistente cassa, certo in considerazione del suo particolare pregio artistico, riadattandola solo in prossimità della nuova mostra, che vuole le canne disposte secondo il consueto uso callidiano a cuspide centrale, con due ali laterali. Nulla rimane del precedente organo rinascimentale. L’unica indicazione dell’avvicendamento dei due strumenti è riportata in un’iscrizione dipinta su di una tavola della cassa che chiude la secreta, che recita: “D.us ALOY.us OROBONI AB.as FERRARIEN. RENOVANDUM CURAVIT A. D. M.DCCLXXV”. Ultimamente un restauro è stato compiuto nel 2005 dalla ditta Francesco Zanin di Codroipo (UD), mentre quello relativo alla cassa è stato affidato alla ditta Isidoro Bacchiocca di Urbino. L’inaugurazione è avvenuta il 10 luglio 2005, festa di San Paterniano.

La Cantoria

La cantoria, in legno, è retta da 6 mensoloni e caratterizzata da un parapetto rettilineo smussato agli angoli, suddiviso in 13 pannelli da paraste scanalate di stile dorico, con profili, cornici e decorazioni intagliate e dorate.

Sette tele dipinte, collocate nella sezione centrale del prospetto della cantoria, raffigurano, a partire da sinistra: Fede, Carità, Prudenza, San Paterniano, Verità, Giustizia, Sapienza; la cimasa presenta nell’edicola il Padre Eterno e nelle volute angeli musicanti.

Scheda Tecnica

L’organo della basilica di San Paterniano, posto in cantoria nel transetto in cornu evangelii, op. 103, è stato costruito da Gaetano Callido nel 1775.

Facciata di 25 canne di Principale, a partire da Fa-1, disposte a cuspide con ali laterali; bocche allineate, labbro superiore a mitria; davanti, la fila dei Tromboncini. Tastiera di 57 tasti (Do-1-Do5) scavezza, reale da Fa-1,con i primi 3 tasti che richiamano quelli dall’ottava più acuta; diatonici ricoperti di bosso, cromatici in ebano. Pedaliera scavezza a leggio, di 17 tasti (Do1 – Sol#2) più altro tasto per il tamburo.

Registri azionati da 17 tiranti a pomello, disposti su 2 colonne.

Ritornelli del Ripieno alla maniera veneta solita. Tiratutti del Ripieno a manovella. Due mantici a cuneo (uno originale e l’altro ricostruito sul modello superstite), collocati sul basamento all’interno della cassa. Somiere maestro a tiro, con 16 stecche.

Somiere di basseria collocato sul fondo, con 8 canne di legno dei Contrabassi e 12 dell’Ottava di Contrabassi. Crivello in legno con bocche soprastanti, tranne quelle della Voce Umana. Le prime 11 canne dell’Ottava sono di stagno; tutte le canne dei Flauti e Cornetta sono a cuspide.

Registri

Registri azionati da 17 tiranti a pomello, disposti su 2 colonne; cartellini recenziori indicanti:

Principale Bassi (12’)
Principale Soprani
Ottava
Quintadecima
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Vigesimanona
Trigesimaterza (fino al Fa2)
Trigesimasesta (fino al Do2)
Contrabassi (P, 16’+ 8’)
Voce Umana (S, 8’)
Flauto in VIII (reale dal Fa#1)
Flauto in XII
Cornetta (S, 1, 3/5’)
Tromboncini Bassi (8’)
Tromboncini Soprani
Divisione Bassi/Soprani tra La2 e Sib2.